29 marzo 2019 – ore 21.00
La malattia: possibilità di un incontro
Incontro con: Marta Scorsetti Direttore del Dipartimento di Radioterapia e Radiochirurgia dell’Ospedale Humanitas e Professore di Diagnostica per Immagini e Radioterapia del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’ Università Humanitas di Milano ; Don Tullio Proserpio Cappellano dell’ Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
Venerdì sera 29 marzo, presso l’auditorium S. Arialdo di Cucciago in un aula gremita di persone si è tenuto l’incontro con Marta Scorsetti Direttore del Dipartimento di Radioterapia e Radiochirurgia dell’Ospedale Humanitas di Milano e Professore di Diagnostica per Immagini e Radioterapia del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’ Università di Milano, Tullio Proserpio Cappellano dell’ Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Raffaele Bianchi Presidente dell’associazione “Il Sogno di Ale” e Bruno Rorato moderatore dell’incontro.
L’incontro è stato organizzato dal Centro Culturale Luigi Padovese di Cucciago in collaborazione con l’associazione “ Il Sogno di Ale” di Cantù, associazione ONLUS per la ricerca oncologica in ambito pediatrico nata a Cantù nel 2010.
Auditorium Centro Parrocchiale S. Arialdo Cucciago, via Cantù 2, Cucciago.
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La malattia: possibilità di un incontro
La possibilità di un incontro non una conferenza sulla malattia. Questo è il “perchè” del prossimo evento organizzato dal Centro Culturale Luigi Padovese di Cucciago dal titolo “ La malattia: possibilità di un incontro”, terzo appuntamento del ciclo “Costruire Ponti”.
La serata si svolgerà il giorno Venerdì 29 Marzo 2019 , alle ore 21.00, a Cucciago presso l’Auditorium del centro parrocchiale Sant’Arialdo in collaborazione con “ Il Sogno di Ale” associazione ONLUS per la ricerca oncologica in ambito pediatrico nata a Cantù nel 2010: http://www.ilsognodiale.it.
Interverranno la Professoressa Marta Scorsetti – Direttore del Dipartimento di Radioterapia e Radiochirurgia dell’Ospedale Humanitas di Milano nonchè Professore di Diagnostica per Immagini e Radioterapia del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’ Università Humanitas – e Don Tullio Proserpio Cappellano dell’ Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
La malattia è una realtà con la quale tutti noi , direttamente o indirettamene, siamo coinvolti. Perchè la malattia? Perchè proprio a me? Da dove nasce la forza e la speranza per affrontarla? La Prof. Marta Scorsetti e Don Tullio Proserpio, che si trovano tutti i giorni ad affrontare queste domande da parte di persone credenti e non, ci aiuteranno a trovare delle risposte a partire dalla loro significativa esperienza.
In particolare, Don Tullio Proserpio ha partecipato ad uno studio scientifico svolto nel 2012 dal titolo “Speranza nei malati di cancro: il dominio relazionale come fattore cruciale” pubblicato il 23 Maggio 2015 da” Wichtig Publishing”. I 320 pazienti, coinvolti nella ricerca, hanno risposto a 26 domande inerenti la loro fede, la loro esperienza nella malattia e le loro relazioni con medici, infermieri, famigliari ed amici. Il 75,8 % degli intervistati ha dichiarato che ciò che dà loro speranza è il sapere che non sono soli nell’affronto della malattia, inoltre il 49,5 % di loro riconosce di essere aiutato dalla propia fede nel combattere la malattia e nel desiderare la guarigione.
Anche se lo studio riconosce la limitatezza del campione utilizzato (320 persone) e la necessità di estenderlo ad un mumero più significativo e rappresentativo (altre aree geografice, culture e religioni ) è indubbio che la qualità delle relazioni tra il malato e il personale medico, i famigliari ed amici è un aspetto cruciale della vita del malato, ne influenza la sua speranza e quindi l’affronto costruttivo delle cure e della malattia. E’ necessario pertanto, conclude lo studio, che le unità ospedaliere siano organizzate (risorse, spazi) per favorire questo rapporto tra il malato e il personale medico nonchè con i conoscenti del malato.

Anche i papi hanno affrontato il tema della malattia in diversi incontri e documenti, ecco alcuni esempi di Giovanni Paolo II e di Papa Francesco:
“Il dolore , specie quello fisico, è ampiamente diffuso nel mondo degli animali. Però solo l’uomo, soffrendo, sa di soffrire e se ne chiede il perchè; e soffre in modo umanamente ancor più profondo, se non trova soddisfacente risposta. Questa è una domanda difficile, così come lo è un’altra , molto affine, cioè quella intorno al male. Perchè il male? Perchè il male nel mondo?”. (Salvifici Doloris n.9, Giovanni Paolo II – 11 Febbraio 1984)
“Ma per poter percepire la vera risposta al “perchè” della sofferenza, dobbiamo volgere il nostro sguardo verso la rivelazione dell’amore divino, fonte ultima del senso di tutto ciò che esiste. L’amore è anche la fonte più ricca del senso della sofferenza, che rimane sempre un mistero. La sofferenza è anche una chiamata a manifestare la grandezza morale dell’uomo, la sua maturità spirituale ” . (Salvifici Doloris n.13 e 22, Giovanni Paolo II – 11 Febbraio 1984)
“Anche la malattia può essere occasione di incontro, di condivisione, di solidarietà. Gli ammalati che incontravano Gesù venivano rigenerati anzitutto da questa consapevolezza. Si sentivano ascoltati, rispettati, amati. Nessuno di voi si senta mai solo, nessuno si senta un peso, nessuno senta il bisogno di fuggire. Voi siete preziosi agli occhi di Dio, siete preziosi agli occhi della Chiesa! “(Papa Francesco, Udienza 18 Maggio 2017)
Diceva Don Gnocchi, che alla sofferenza altrui ha dedicato la vita: “La felicità del mondo è data dal dolore umano offerto a Dio. Tale offerta è chiave di volta per il senso dell’universo”.
(Centro Culturale Luigi Padovese)















































