Nel sesto anniversario della morte di Mons. Luigi Padovese il Centro culturale propone:
Ore 18:00 – Santuario Madonna della Neve (Cucciago) Santa Messa Vigiliare concelebrata da Don Alberto Lolli (responsabile diocesano dei centri culturali)
Ore 19:30 – Centro parrocchiale Sant’Arialdo (Cucciago) Il soffio del tempo (cena-concerto con i musicisti Silvia Tuja e Filippo Ravizza)
Omelia di Don Alberto Lolli
“Non preoccupatevi!” dicono gli uomini innamorati, non curandosi dei rischi e delle fatiche che richiedono le loro scelte.
“Non preoccupatevi!” gridano gli uomini appassionati, anche quando la prudenza dice di inquietarsi perché non sembra saggio esporsi ai pericoli e agli impegni in tempi di incertezze economiche e inquietudini sociali.
“Preoccupatevi!” replicano gli uomini di buon senso, “perché non sai cosa accadrà domani”, perché il futuro è incerto ed è necessario affrontarlo con cautela.
“Preoccupatevi!” continuano gli uomini prudenti, che pensano di essere artefici dei loro sogni, unici protagonisti delle loro ambizioni, assoluti artefici dei loro progetti.
“Preoccupatevi della vita”, continuano a ripetere gli uomini benpensanti. Questo non è il momento, non è il tempo adatto per vivere senza affanno. La gente è oppressa dal bisogno immediato, dalla fatica di tirare avanti, dall’indaffarato vendere e comprare e non avere abbastanza. Il momento confuso per le troppe notizie e l’affollarsi delle opinioni, per i punti di vista urlati e le discussioni inconcludenti, non è il tempo adatto per la serenità. La gente distratta dalle molte cose, incapricciata di molte sciocchezze, interessata a molte banalità non può non pensare che alla propria vita.
“Non preoccupatevi” non si stancano di ripetere gli uomini di Dio, perché “chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?”.
“Preoccupatevi” continuano ad affermare gli uomini impauriti. Oggi non sai più chi ti stia di fronte; in questo tempo di esodi, non è opportuno investire nei legami; è imprudente spendere tempo per gli altri, è rischioso fermarsi e giocarsi per la vita di chi ti sta di fronte.
“Preoccupatevi”, insistono gli uomini egoisti. “preoccupatevi per voi stessi, per le vostre famiglie, per la cerchia ristretta delle vostre amicizie”. Non vale la pena esibire generosità a chi non la merita, non è più possibile concederci il lusso di sostare per la donare tempo gratuito a chi non ha nulla a che fare con noi.
“Non preoccupatevi”, ripetono gli uomini innamorati. “non abbiate quell’affanno che toglie il respiro, per cui non esistono feste o domeniche, non c’è tempo di fermarsi a parlare con chi si ama. Non lasciatevi rubare la capacità di godere delle cose belle che ogni giorno ci sono regalate”.
“Non preoccupatevi!” sussurrano gli uomini di Dio; perché non sopportano le posizioni comode e scontate, non tollerano chiunque abbia scelto di non muovere un passo almeno finché tutto non è chiaro; combattono la prudenza dei benpensanti e sfidano il giudizio dei misurati. Gli uomini innamorati non si accontentano della proprie consolidate relazioni, ma si alzano per andare incontro agli altri con sollecitudine.
Per questo si sentono spesso dire: “Almeno misuratevi”, dagli uomini di buon senso, che credono di poter controllare la loro vita.
“Misuratevi” ripetono gli uomini che non amano la fatica, che – certo! – danno tempo agli altri, ma solo se ne avanza e se ne hanno voglia.
“Non misuratevi” rispondono gli uomini che conoscono la misura smisurata dell’amore, che ne conoscono la fatica ma ritengono le sofferenze del tempo presente imparagonabili alla gloria futura.
“Non misuratevi” insistono gli uomini di Dio, che sanno che non si può misurare la Sua misericordia e non si possono contare le sue meraviglie.
Hanno il coraggio della sfida, non temono le trasformazioni e non si spaventano di fronte alla novità. Perché chi ama conosce la fedeltà di Dio e sa scorgere nella scomparsa di ogni certezza il segno del Signore che continua a creare e che continua ad amare.
“Almeno misuratevi” provano insistere gli uomini prudenti, bloccati dalla paura che non ama le novità e si arrocca nella sterile sicurezza delle cose già conosciute, già sperimentate, già costruite, già viste.
Per questo gli uomini che amano, continuano a gridare “Guardate!”, invitando gli amanti a rimanere meravigliati delle premure che Dio continua a manifestare, perché dove la nostalgia vede solo le cose che passano, l’Amore vede “la nuova Gerusalemme scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”, vede le nuove dimore che Dio costruisce per gli uomini.
“Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai: eppure il Padre vostro li nutre”
“Guardate!” sussurrano gli innamorati, invitando gli amanti ad osservate le premure e le dolcezze dell’amore, perché sanno che nella vita non manca mai Dio.
Per questo gli innamorati dicono anche “Guardate!”, persino quando gli uomini orgogliosi suggeriscono “Non Guardate! Non osservate! Non c’è nulla da imparare! Non è rimasto nulla che valga la pena di vedere, nella superficialità del tempo che viviamo”.
“Non guardate!” ripetono gli uomini superficiali, che credono leggere tutte le parole e considerano valore solo ciò che appare.
Eppure, “Guardate!” replicano gli uomini appassionati, che hanno visto ogni ogni cosa e sanno distinguere le premure di Dio che si fanno largo tra i rumori e i pettegolezzi, ignorano le chiacchiere intessute di luoghi comuni e si dedicano alla lamentela, alla critica e alla denuncia, alla retorica e alla mormorazione.
“Guardate!” gridano gli uomini di Dio. “Se Dio veste così l’erba del campo che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi?”, per insegnare agli uomini l’arte della speranza e la saldezza della perseveranza.
“Guardate”, non si stancano di ripetere gli uomini smisurati, che conoscono il valore delle promesse, la dolcezza del proprio nome sussurrato nella notte, la qualità di un “sì” pronunciato davanti a Dio e alla comunità, credendo alla possibilità che sia per l’eternità.
“Grazie” diciamo semplicemente noi stasera, per la forza testimoniata da uomini come Mons. Luigi Padovese, ucciso nel giorno del Corpus Domini del 2010.
“Grazie” ripetiamo commossi per una vita che non ha ceduto alle lusinghe del mondo o alle minacce dei suoi persecutori, credendo possibile un altro mondo e provando a costruirlo.
“Grazie”, continuiamo a ripetete, a chi, forte dello splendore della sua vita, ne prende oggi il testimone, provando, come lui, a costruire una cultura di incontro, verità e amore.
Il Signore ci doni la stessa audacia, la stessa smisurata follia, lo stesso instancabile entusiasmo che furono di Mons. Padovese, perché tutti possiamo continuare a gridare, senza mai stancarci, la bellezza e la verità dell’amore di Dio.
Cucciago, 28 maggio 2016.